Il 25 e 26 gennaio si è tenuto il Paris Fintech Forum, un evento dai grandi numeri (più di 200 speaker, 1.500 delegati da tutto il mondo, 130 startup fintech presenti da più di 25 Paesi) che ha raccolto per due giorni la comunità Fintech europea.
Un’utile occasione di confronto con realtà più mature rispetto alla scena italiana ma anche e soprattutto un momento di riflessione sulle prospettive future di un settore particolarmente vitale e che, ancora soprattutto alle nostre latitudini, non ha ancora dimostrato appieno il proprio potenziale.
Di seguito alcune suggestioni raccolte durante il forum su un tema che mi sta particolarmente a cuore: vale a dire il rapporto tra mondo Fintech e regolamentazione.
Il Fintech è uno dei pochi settori nei quali le regole sono utili strumenti per aprire nuovi mercati
Una riflessione particolarmente acuta è suggerita da Dan Morgan di Innovate Finance, che osserva come l’introduzione di elementi di innovazione nel mondo bancario, finanziario e assicurativo deve necessariamente essere guidata da una significativa attività di regolamentazione. Mentre in pressoché tutti i settori economici coinvolti dall’innovazione tecnologica le regole hanno spesso fotografato o provato, con alterne fortune, a inseguire fenomeni già consolidati nella prassi, nel mondo fintech le regole possono rappresentare un traino per l’innovazione. Un esempio di tale dimensione del tutto nuova è rappresentata dalla PSD2 che inevitabilmente aprirà il mercato dei servizi di pagamento a nuovi entranti con effetti sistemici di non poco momento.
Nel costruire regole per il Fintech occorre adottare un approccio principle based
Per Paesi come l’Italia di tradizione civilistica questo sarà il tema più difficile da affrontare. Come osservato da Nathalie Beaudemoulin, a capo della divisione Fintech Innovation della Banca di Francia, i regolatori devono anzitutto conoscere il modello di business delle realtà fintech che si propongono, per poi “negoziare” regole che rappresentino un momento di equilibrio tra le diverse esigenze.
Inoltre per attirare realtà fintech è fondamentale l’engagement con i regolatori anche partendo da aspetti che potrebbero apparire trascurabili: modelli per richieste di autorizzazione in lingua inglese ad esempio.
Il RegTech sarà il “next big thing”
Questo ambito, di cui abbiamo già parlato (Cos’è il regtech) qualche mese fa non potrà non avere un ruolo centrale nello sviluppo del settore. Saranno vincenti le soluzioni RegTech in grado di intercettare i bisogni reali di organizzazioni complesse. Sotto questo profilo le occasioni non mancano: dalla tradizionale regolamentazione in ambito bancario e finanziario a temi più “nuovi” di compliance ad esempio in materia di privacy dove il nuovo regolamento europeo giocherà un ruolo fondamentale.
Blockchain e identità digitale, un binomio vincente?
Infine un interessante spunto sulla blockchain non può mancare. Nel suo keynote speech Chris Skinner, osservando come ogni settimana vengono presentati almeno 3 nuovi progetti blockchain negli ambiti più disparati, dall’automotive all’IoT, ha sottolineato come a fronte di obiettivi ambiziosi vi sono una serie di “underlying agreement” da affrontare. Insomma non sono pochi i nodi da sciogliere anche sul fronte delle regole.
Come assicurare riservatezza, sicurezza e affidabilità al sistema? Un interessante use case, come suggerito da Skinner, è rappresentato dall’utilizzo della blockchain in processi di identificazione della clientela: un ambito particolarmente interessante nel quale alcuni operatori stanno già sperimentando e che potendo contare, almeno in ambito EU, su un insieme di regole consolidate (EIDAS) appare anche di non troppo difficile applicazione concreta.
Conclusione
Insomma tanti spunti e un unico filo conduttore: il dibattito sulle regole non appare rinviabile, tanto in una dimensione europea quanto in quella nazionale nella quale il ruolo delle autorità di regolazione appare centrale nella costruzione di un ecosistema favorevole allo sviluppo del settore.
Pubblicato su Fintastico